New Holland: dalle parole ai fatti

Sta per entrare in produzione “T6 Methane Power”, il primo trattore New Holland equipaggiato con un motore funzionante a metano. Promette le stesse prestazioni del trattore di derivazione, “T6.180”, ma a fronte di costi di esercizio inferiori fino al trenta per cento ed emissioni ridotte fino all’ottanta per cento

Da oltre vent’anni anni New Holland ha posto alla base delle sue strategie di innovazione la sostenibilità ambientale, tema a sua volta trattato sul filo della produttività e del rispetto dell’ambiente. Alla prima guardano praticamente tutte le soluzioni progettuali messe a punto nel corso del tempo, sempre volte a incrementare l’efficienza dei trattori e delle macchine semoventi in giallo-blu così da permettere agli agricoltori di ottimizzare le proprie attività. Lavorare meno quindi, ma producendo di più, due obiettivi che possono sembrare in antitesi fra loro, ma che trovano un punto di incontro nelle più avanzate tecnologie messe a punto dalla Casa, in particolare quelle orientate a rendere attuali e disponibili in concreto i concetti operativi proposti dalla cosiddetta “Agricoltura 4.0”. La lista delle soluzioni tecniche New Holland orientate in tal senso sarebbe lunghissima, ma a puro titolo di esempio si possono citare le trasmissioni a doppia frizione “Dynamic Command” e quelle continue “AutoCommand” che equipaggiano i trattori di ultima generazione, gli assali anteriori “SuperSteer” preposti ad accentuare la manovrabilità delle macchine piuttosto che i sistemi informatici e di connessione di bordo che permettono di ottimizzare in tempo reale non solo le prestazioni della macchina, ma anche delle dell’Operatore.

Molte delle stesse soluzioni messe a punto per dar luogo a una maggior produttività guardano poi anche verso il secondo obiettivo della Casa, la tutela ambientale. Minimizzare le sovrapposizioni di passata giocando sulla presenza dei più avanzati sistemi di guida assistita proposti dalla piattaforma “IntelliCruise”, per esempio, non permette solo di risparmiare tempo incidendo positivamente sui costi di produzione, ma anche di risparmiare carburante limitando di conseguenza le emissioni inquinanti. Lo stesso discorso vale per le già citate trasmissioni, in grado di mantenere sempre inserito il rapporto ottimale ai fini dell’abbattimento dei consumi nel rispetto delle velocità volute dall’operatore e, nel caso delle trasmissioni “Dynamic Command”, garantendo passaggi di marcia quanto mai fluidi e veloci. Risulta poi alla base della strategia New Holland anche la recente linea di attrezzature “no till” vocate a minimizzare le lavorazioni profonde del terreno così da rispettarne l’integrità. Il rispetto dell’ambiente non è però perseguito da New Holland solo a livello di prodotto, ma anche di produzione e di ricerca.

Tutti gli stabilimenti del Gruppo operano in effetti sulla base delle più severe direttive internazionali preposte al contenimento sia dei ritorni inquinanti di produzione sia dei consumi di risorse naturali, acqua in primis, e perfino il fine vita delle macchine è studiato in modo da renderne riciclabili tutti i componenti dando luogo a una forma di economia circolare che altri studi New Holland puntano a rendere fruibile anche nelle aziende agricole. In tale ottica si inserisce il progetto “Clean Energy Leader” avviatosi nel 2006 fra i cui obiettivi vi era quello di mettere a punto di trattori azionati da gasolio di origine biologica o da combustibili del tutto alternativi quali metano e idrogeno. Si concretizzo nel 2009 con il lancio dei primi trattori compatibili cento per cento con biodiesel e nel 2009 portò alla messa a punto del primo prototipo di trattore a idrogeno, denominato “Nh2”. Quasi contemporaneamente venne anche lanciato il programma “Energy Independent Farm” per verificare sul campo la già citata possibilità di reimpiegare in azienda i principali scarti di lavorazione trasformandoli in risorse.

Da qui il via agli studi relativi alla possibilità di muovere i trattori con metano, vuoi di rete vuoi prodotto dai digestori, che nel 2012 diede luogo alla presentazione negli Stati Uniti del prototipo di “T6 Propane Power” e l’anno dopo in Europa al prototipo “T6 Methane Power”. A differenza di “Nh2” le due macchine non erano concept futuribili, ma solidi trattori derivati per gran parte della meccanica e della componentistica dai “T6” standard. Di fatto cambiavano i motori, ma neanche per intero, i relativi sistemi di alimentazione e quelli di stoccaggio, i serbatoi per intenderci, sostituiti da bombole. Esposte al padiglione New Holland allestito in occasione di “Expo 2015”, sia “Nh2” sia “T6 Methane Power” sono stati sottoposti poi a test e messe a punto che hanno coinvolto importanti organizzazioni agricole europee, le stesse cui ora verranno ceduti in prova anche i primi esemplari della versione definitiva di “T6 Methane Power”, trattore che entrerà in produzione quest’anno orientandosi alle aziende produttrici di biogas e biometano in primis, ma anche ai loro fornitori e, più in generale, a tutte le realtà che possono avere un facile accesso alla rete di distribuzione del gas. Allevamenti chiusi e grandi serre gli ambiti operativi ideali della macchina alla luce delle sue ridottissime emissioni, ma senza dimenticare le possibili applicazioni nell’ambito delle manutenzioni viarie e urbane, attività favorite anche dal basso tasso di rumorosità della macchina. Da segnalare che le aziende zootecniche e lattiero-casearie possono trovare in “T6 Methane Power” la miglior soluzione per abbattere drasticamente i costi di produzione giocando sulla presenza in azienda di impianto biogas atti a dar luogo a biometano, con la stessa opportunità che ovviamente si apre anche alle aziende agricole che, sempre per produrre biometano, possono utilizzare scarti vegetali o rifiuti umidi urbani ottenendo poi dalla loro biodigestione fertilizzanti naturali per i campi.

Stesse prestazioni del trattore standard

La versione definitiva di “T6 Methane Power” è allestita sulla base dei modelli “T6.180” standard in allestimento “Electro-Command”, quelli caratterizzati dalla presenza di trasmissioni semi-powershift a quattro marce e quattro gamme. Identico a quello di tali macchine anche il motore, ferme restando le modifiche attuate da Fpt Industrial per poter alimentare a metano il suo sei cilindri “Nef” e per stoccare a bordo il gas in quantità sufficiente per poter garantire la stessa autonomia di lavoro proposta dai trattori standard.

A tale proposito sono stati messe a punto speciali bombole realizzate con strati di materiale composito la cui presenza non ha inciso sulla possibilità di equipaggiare la macchina con tutte le misure di pneumatici previste per i “T6.180” e anche con eventuali attacchi idraulici ventrali. Immutate le cabine ad alta visibilità e disponibili opzioni denominate “Range extender” per incrementare l’autonomia nel caso il trattore debba lavorare in aree lontane dall’azienda o non servite dalla rete di distribuzione. In tale ottica ulteriori serbatoi sono installabili sugli attacchi a tre punti anteriore o posteriori né manca la possibilità di disporre di un serbatoio supplementare portato su rimorchio.

ià in allestimento base “T6 Methane Power” risulta fruibile come e quanto il trattore standard proponendo le stesse prestazioni in campo, 180 cavalli di potenza massima e 740 newtonmetro di coppia erogate rispettivamente a mille e 800 e a mille e 500 giri, e le stesse velocità su strada, ma realizzando entrambe con emissioni totali inferiori fino all’80 per cento. Nel dettaglio accade che il particolato cali del 99 per cento e le emissioni di anidride carbonica dal dieci per cento in su con un pressoché totale azzeramento se il metano utilizzato è di origine biologica. Inferiore di tre decibel e quindi dimezzata poi la rumorosità di lavoro del motore e ridotti fino al trenta per cento i costi di gestione grazie al più vantaggioso prezzo del metano rispetto al gasolio. Del tutto simili infine anche gli intervalli di manutenzione.

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